Sustainability at Pitti:
DNI
Editoriale
Edizione 100
13.07.2021
La collezione illustrata di DNI trasforma i ricordi in arte

Sustainability at Pitti è una serie di interviste per celebrare chi sta rinnovando il mondo della moda con un’attenzione speciale verso l’ambiente. Dando voce ai designer che mettono la sostenibilità al centro del loro lavoro, speriamo di ispirare e guidare un'ondata di cambiamento nel nostro settore, aiutando tutti a impegnarsi insieme per un futuro migliore.

Per i gemelli peruviani Paulo e Roberto Ruiz Muñoz, le collezioni sono molto più che una serie capi d’abbigliamento. Racchiudono un modo di essere, che onora i ricordi e protegge il futuro delle persone, del pianeta e de sapere fare.
In particolare, la capsule SS22 del loro brand DNI celebra la città natale dei due, Trujillo, nella regione di La Libertad, in Perù. Collaborando insieme alla comunità locale per includere le coltivazioni e le tecniche artigianali del luogo nelle loro creazioni, il lavoro è parte di un impegno più ampio per preservare e sostenere il know-how peruviano.


 
Questa celebrazione diventa ovvia guardando al lavoro di DNI I loro capi traboccano di storia: letteralmente disegnata a mano sull’intera collezione. Per saperne di più sui ricordi e il significato che stanno dietro il lavoro e la produzione del brand, abbiamo fatto quattro chiacchiere con i fratelli Muñoz. Ecco cosa ci hanno detto.
La collezione SS22, "Mi Ciudad Natal", ci porta nella vostra città natale Trujillo, nella regione di La Libertad, in Perù. Potete raccontarci il mood e i ricordi che vi evoca questa collezione?

"Mi Ciudad Natal" esprime le origini di DNI Siamo cresciuti nel distretto di Casa Grande, una vecchia cittadina dall'architettura tedesca, dove la maggior parte della popolazione lavorava nello fabbrica di zucchero della zona, la più importante della regione La Libertad (Hacienda Casa Grande).

La nostra infanzia è stata libera e felice, trascorsa tra famiglia, amici, giochi e momenti spensierati. Crediamo che Casa Grande abbia forgiato nelle nostre menti estetiche, colori, look e volumi diversi, che abbiamo visto solo lì, che rappresentano la nostra infanzia e la nostra visione di designer. Quindi il distretto sta a significare un inizio, una transizione e un futuro per DNI.

Il primo aspetto di questa collezione è legato alla scuola; è come se avessimo guardato attraverso lo spioncino della nostra casa a Casa Grande, e la prima cosa che abbiamo visto sono stati due bambini vestiti con le nostre ex uniformi scolastiche del "Santa María Reina". I ricordi più belli che evoca la nostra città natale sono quelli legati alla scuola, a come ci andavamo vestiti, così come ai colori di Casa Grande, il verde e il giallo, che rappresentano la canna da zucchero. Anche il colore della bandiera della nostra scuola è verde, quindi abbiamo deciso di appropriarci di questo colore.
 
Potete parlarci delle illustrazioni a mano e delle stampe della collezione. Qual è la storia che ci sta dietro?

Le stampe fatte a mano hanno richiesto molto tempo. In quella chiamata “Casa Grande” ogni luogo riprodotto è stato disegnato e dipinto con un colore diverso: il cinema, la fabbrica, la nostra casa, il quartiere più grande, i mototaxi, ecc. Disegnati uno per uno e dipinti con colori che alludono a DNI, è come se fossero i nostri ricordi trasformati in pittura. Visti come li vediamo oggi, con un tocco di design.

L’"Enciclopedia" ripropone icone tipiche peruviane: l'alpaca, il porcellino d’India, alcuni uccelli peruviani, la foglia di coca, ecc. Anche questa stampa fa riferimento ai nostri ricordi d'infanzia, di quando ci svegliavamo molto presto la mattina per guardare i documentari di Discovery Channel sugli animali. La stampa che si ritrova sulle magliette è come un ricordo della nostra infanzia ma rafforzato come un’enciclopedia, che mette in luce gli aspetti che più ci hanno segnato. C’è dentro tutto questo.

L'ultima stampa "Recuerdos del Colegio", riprende gli elementi della scuola: libri, penne, astucci, ecc., accompagnati da piccole frasi che parlano del futuro, come "let's open the future," "don't cut my dreams" (con tanto di forbici), "follow your ideas," tra gli altri.
I vostri capi sono tinti con tecniche artigianali. Potete spiegarci come funziona?

Usiamo una tecnica speciale con coloranti fatti a mano che sono stati miscelati manualmente, e che quindi non danno colori così uniformi. Ad esempio, abbiamo ottenuto un verde spento che è iridescente con il giallo. Anche il giallo non è tutto uguale, non è così nitido, ma a sua volta misto e un po' cangiante.

Dove vi rifornite per i tessuti? Quali sono i fattori che considerate per decidere quali acquistare?

Riutilizziamo i tessuti per evitare di contribuire al problema della sovrapproduzione. Utilizziamo stoffe di alta qualità acquistandoli da aziende di lusso e le rielaboriamo. Allo stesso tempo, facciamo uso di materie prime naturali del Perù, come la fibra di baby alpaca e il cotone biologico, che viene lavorato da artigiani peruviani per promuovere l'economia locale.

Per noi è importante utilizzare fibre naturali con le migliori certificazioni quando realizziamo i nostri maglioni a mano in Perù. C’è venuto del tutto naturale ricorrere al baby alpaca; da un lato, perché l'alpaca è un simbolo del nostro paese, e dall'altro, utilizzando una fibra peruviana si incoraggia la produzione locale. Allo stesso modo, il cotone biologico garantisce un utilizzo ottimale e sostenibile delle risorse naturali locali; come designer, tenere in considerazione l'ambiente è essenziale.

Continuiamo con il nostro obiettivo di mettere il talento delle persone al vertice di tutta la nostra pratica, motivo per cui continuiamo a collaborare con laboratori tra Perù e Parigi, producendo solo ciò che vendono e concentrandoci sul lavoro artigianale.
 
Cosa ne pensate delle presentazioni stagionali, rispetto al problema della sovrapproduzione nel mondo della moda? Come affrontate questo aspetto nella vostra produzione?

Riteniamo che il calendario delle presentazioni stagionali possa essere rispettato in un'ottica di sostenibilità. Nel nostro caso, affrontiamo la stagionalità realizzando le nuove collezioni su richiesta, per evitare una sovrapproduzione. Presentiamo la collezione agli operatori del settore, che ci chiedono la quantità di stock che intendono vendere e produciamo solo quella.

In più, scegliamo i “capi migliori” (perché non li mettiamo tutti in vendita), e li realizziamo secondo gli ordini che i nostri clienti ci fanno, uno per uno. La sovrapproduzione è uno dei principali problemi dell'industria della moda contemporanea per l'ambiente.

Possiamo proporre novità nella nostra collezione ma produrre in maniera ragionevole, con meno elementi e migliore qualità, portando avanti il sogno artigianale del nostro marchio.
 
Quali sono le più grandi sfide che vi trovate ad affrontare come designer nella creazione di collezioni responsabili?

La sfida più grande è trovare il perfetto equilibrio tra i diversi fattori che permetteranno a un brand di durare nel tempo. In altre parole, trovare tessuti sostenibili, laboratori che operino in maniera trasparente e nel rispetto delle persone, creare un rapporto duraturo con gli artigiani, non sovrapprodurre e vendere i capi al giusto prezzo in base al mercato scelto. Ciascuno dei fattori deve incastrarsi perfettamente come gli ingranaggi di un orologio, per creare passo dopo passo una solida base per il marchio.

Come riuscite a conciliare una consapevolezza rispetto all'impatto ambientale che ha l'industria della moda con la progettazione e la realizzazione di nuovi prodotti?

Pensiamo a produrre meno, ma meglio. Come dicevo, non lavoriamo in termini di stock. L’artigiano con cui lavoriamo a Parigi realizza ogni ordine uno per uno, riducendo così l'impatto che ha la produzione di un grosso stock che rimane invenduto. C'è anche la questione del riuso  dei tessuti. L'80% della nostra ultima collezione è stato realizzato con tessuti di recupero. Compriamo questi tessuti inutilizzati da altri marchi in un magazzino e li usiamo per creare i nostri capi. Riteniamo che il cliente debba essere educato perché sappia che il prezzo finale del capo ha alle spalle un intero processo. Quando acquistiamo qualcosa a poco prezzo, non sappiamo davvero cosa stiamo acquistando. Questo è quello che vogliamo cambiare: le persone hanno bisogno di dare valore ai vestiti.


 
Cosa ne pensi dell’impegno del settore verso la sostenibilità? Quale cambiamento vorresti vedere?

In generale, oggi, la maggior parte dei marchi è interessata alla sostenibilità. Sono pochissimi i designer contemporanei che diranno che la sostenibilità non è possibile o necessaria. Quindi questo è già un grande passo in avanti per il settore.

Al di là della sostenibilità e dei tessuti, è necessario tenere in considerazione anche chi realizza i capi, come vengono prodotti e in quali condizioni. Ci deve essere attenzione a come tutto viene fatto. Noi, come marchio peruviano, vorremmo concentrarci sul fatto a mano, che per noi è la pratica migliore. Vale a dire, oltre ad utilizzare materiali biologici ed eco-responsabili, bisogna lavorare anche sulla parte artigianale, che consideriamo il futuro del nuovo lusso.

Dobbiamo anche prendere in considerazione la sovrapproduzione. Bisogna continuare a lavorare su questo aspetto perché se avvii una carriera nel settore e non pensi a questo fattore, il marchio non può funzionare a lungo termine e in maniera sostenibile.
 
Hai qualche consiglio o suggerimento per brand e designer che vogliano essere più responsabili nel loro lavoro?

Un marchio deve fondarsi su basi sincere. Come designer, dobbiamo essere sinceri producendo nel modo migliore e più responsabile possibile. Il pianeta e gli esseri umani devono sempre procedere di pari passo.
 
Potrai esplorare le collezioni, contattare il brand, richiedere un appuntamento online e molto altro ancora.